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Venti lettere di invito a Matteo Salvini per “guardare” l’Africa da un nuovo punto di vista, la risposta a una provocazione lanciata durante un comizio, una replica pacifica, suggestiva e sentita, attraverso una modalità non convenzionale, ascoltando le parole di oggetti inanimati che - come per magia - prendono vita e accompagnano il lettore dentro l’esistenza di persone che con l’Africa hanno un legame particolare. Venti lettere che “raccontano” e chiedono di essere ascoltate con disponibilità e apertura di mente e di cuore: le stesse disponibilità e apertura che hanno orientato l’esistenza di un giovane missionario, Luciano Bottan, che in terra d’Africa ha perso la vita e a cui, onorandone la memoria, si rende simbolicamente omaggio dedicando le venti lettere a venti anni dalla sua morte. Un omaggio che prende corpo nella finalità di questo libro: raccogliere fondi per sostenere borse di studio per giovani universitari della zona di Fianga, in Ciad. Un modo concreto per affermare l’importanza della cultura e offrire reali possibilità di riscatto per chi, nato in Africa, sogna una vita migliore senza dover abbandonare le sue radici e la sua terra. Il libro, scritto a più mani, contiene una preziosa prefazione di Marianella Sclavi (ex docente di Etnografia Urbana al Politecnico di Milano) e una suggestiva postfazione di Umberto Fontana (psicologo e psicoterapeuta, professore emerito di psicologia clinica allo IUSVE di Mestre).
La vita trascorsa dalle donne sulle onde è una vicenda sommersa di coraggio, avventura e passione. È un racconto avvincente lasciato nell’ombra da chi ha voluto a lungo legare la figura femminile esclusivamente alla fertilità e alla terra. In questo libro, Florindo Di Monaco osserva con occhio curioso e illustra in modo semplice e chiaro la felice convivenza che le donne in ogni tempo e ancor più negli ultimi anni intrattengono con acque, flutti e profondità oceaniche. Ne viene fuori una storia marinara tutta al femminile, che completa il percorso inaugurato dall’autore con la storia militare delle donne.
Il libro presenta alcuni capitoli a carattere scientifico, alternati ad altri a contenuto statistico, epidemiologico e sociale, uniti a considerazioni dello scrittore. Si propone di tratteggiare gli aspetti più significativi della terribile pandemia da Covid-19 e di coglierne tratti intimistici, spesso di forte valenza emotiva. Nel testo non mancano i dettagli tecnici riferiti prevalentemente ai punti di criticità dell’epidemia; in modo particolare, alle caratteristiche del virus, alla sua potenziale mutabilità ed evoluzione continua, agli importanti aspetti fisiopatologici - che riguardano le manifestazioni trombo-emboliche polmonari, coinvolgenti altri distretti circolatori (coronarico, cerebrale, renale …) -. Sono presenti considerazioni di carattere terapeutico - relative ai farmaci efficaci nei confronti di alcune delle principali manifestazioni cliniche da coronavirus - precedute da importanti elementi di prevenzione, attraverso il rinforzo del sistema immunitario.
Questa raccolta di aforismi e riflessioni nasce durante il periodo di lock down in corso in questo strampalato anno (marzo/maggio 2020). All’inizio era solo un insieme di piccole frasi e pensieri che si andavano ad accumulare giorno dopo giorno: il mondo si era fermato e tutto attorno c’era solo silenzio. Le emozioni avevano piede libero, l'autrice ha deciso di condividerle ed è nato: "Un po' miei... un po' vostri." Le parole hanno un grande potere, possono tutto, sovrastano qualsiasi barriera; a seconda di chi le pronuncia e di ciò che viene detto, si può distruggere o creare. Tutto poggia sulle parole, e questo è così scontato come concetto che non ci si sofferma minimamente a pensarci, fino a quando non accada qualcosa che ci induca a farlo.
Il romanzo si ispira al lavoro dell' archeologo/paleontologo abruzzese, Concezio Rosa, morto nel 1876, artefice di ritrovamenti di importanza mondiale. Lo studioso aveva scoperto delle caverne dove presumibilmente erano vissuti ominidi appartenenti alla razza poi definita “Uomo di Neanderthal” e aveva portato alla luce migliaia di reperti in Val Vibrata, nella località di Ripoli, insieme a resti di antichi insediamenti di “Homo Sapiens”, il nostro lontano progenitore. Da queste scarne notizie, integrate poi da ricerche ad hoc, è scaturito un romanzo, dove l’autore immagina un'ipotetica realtà di fine Paleolitico/inizio Neolitico, romanzando vicende, avvenimenti, azioni come verosimilmente si sarebbero svolte durante quelle lontane ere. Siamo nel corso dell’ultima era glaciale, le valli abruzzesi sono abitate da numerose tribù di Homo Sapiens, mentre i rilievi e gli altopiani, in gran parte coperti dai ghiacciai, sono occupati da pochi gruppi di ominidi ormai in via di estinzione, classificati come Uomo di Neanderthal.
Quando si diffonde la notizia che Re Taurus ha mandato un soldato, Valens, a recuperare una potentissima arma con la quale distruggerà la Regione, il Gran Sacerdote Aerusius incarica un uomo, Ianus, di intercettare il nemico per portargliela via. L'arma in questione è un neonato dai poteri inimmaginabili, figlio del Signore degli Inferi Dis Pater: il suo nome è Callixtus. Inizia così una storia d'amore e di magia, in difesa dell'onore, nel disprezzo del tradimento, che esalta il sentimento dell'amicizia, con duelli e sanguinose battaglie, dove la morte genera la speranza di un mondo migliore. Yulia, la moglie di Ianus, sarà in grado di proteggere il piccolo Callixtus? La fidata e possente leonessa Elsa, riuscirà a sconfiggere il male? Un terzo contendente interverrà per sconvolgere qualsiasi positiva intenzione: un cavaliere oscuro, tanto misterioso quanto violento.
Ancora parole per sviscerare quello che l'anima non riesce a trattenere, per porsi domande, per cercare risposte che nessuno sa darle e lo sguardo lascia l'introspezione della mente, vaga nei ricordi, come una moviola, al rallentatore, perdendosi nell'Infinito immaginario per ritornare - se possibile - ancora più confuso, iniziando un nuovo percorso, all'Infinito. Questo è Kanénas: "Un niente che diventa tutto, che torna ad essere niente."
Ragù è un cane da caccia, da anni vive con i suoi fratelli sotto il comando di due cacciatori, costretto, suo malgrado, a fare tutto quello che gli ordinano. Ma é sempre più convinto di vivere una realtà che non gli appartiene: dare la caccia ai suoi "simili" non è lo scopo della sua vita. Una voce misteriosa e un amico fedele riusciranno a fargli riscoprire i valori dell'amore e dell'amicizia. Più che un racconto, questo libro vuole essere una denuncia al maltrattamento verso gli animali in tutte le sue sfaccettature, ma allo stesso tempo é una visione utopistica di come tutti noi amanti degli amici a quattro zampe, amiamo immaginare come sarà la loro vita una volta attraversato il ponte dell'arcobaleno.
Vi siete mai sentiti divisi in due? In quel modo che non ti permette di coordinare tutte e due le gambe per poter svolgere una semplice azione o nemmeno per alzarti dal letto? Io sì. Così, ho dovuto imparare a scrivere per potermi alzare ogni mattina. Ho imparato a scrivere per poter affermare che quel mio sentire era, ed è, Vero e anche Vivo e - soprattutto - fa quel che vuole. Ho imparato a scrivere per poterlo domare e togliergli quelle sue vesti surreali e metterlo qui tra di noi, tra terra e cielo. Questo libro ne contiene un pezzettino. C.M.
Quest'opera vuole essere un omaggio ai tanti affetti della vita dell'autrice e alla vita stessa, fonte di ispirazione primaria delle sue poesie. Una carrellata di personaggi e di situazioni che lei sa descrivere con penna carica di sottile ironia e di sensibilità. L'opera si divide in tre parti: Ritratti, un inno all'amicizia; Vita vissuta, l'album dei ricordi; Lockdown, lo specchio del presente. Ma vuole anche essere un omaggio a se stessa, per esorcizzare un momento buio, e testimoniare che c’è sempre un’occasione per regalare un sorriso.
"Il mio piccolo infinito" è una raccolta di poesie, pensieri e citazioni che raccontano le emozioni più profonde. Felicità, tristezza, amore e tanto altro racchiusi in un solo abbraccio. Il tema fondamentale è: affrontarli. L'autrice vuole immedesimarsi nel lettore e aiutarlo a capire che tutti affrontano problemi, ma che insieme, con un piccolo sorriso e tanti attimi infiniti, si possono superare.
“900 Grammi” è la dimostrazione di come la perseveranza e la tenacia diano buoni frutti, risultati ed epiloghi inaspettati, oltre che insperati. Narra di come i giovani genitori dell'autrice abbiano saputo affrontare la sua nascita prematura, con le annesse complicazioni, senza preavviso o un manuale d’istruzioni. Narra dell’Amore verso la loro creatura e la certezza di farcela, nonostante le poche speranze ricevute dai medici. L'autrice racconta della sua crescita, anche interiore, della pre-adolescenza un po’ grigia, dei mille ostacoli incontrati e della sua rinascita finale.