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Quando si diffonde la notizia che Re Taurus ha mandato un soldato, Valens, a recuperare una potentissima arma con la quale distruggerà la Regione, il Gran Sacerdote Aerusius incarica un uomo, Ianus, di intercettare il nemico per portargliela via. L'arma in questione è un neonato dai poteri inimmaginabili, figlio del Signore degli Inferi Dis Pater: il suo nome è Callixtus. Inizia così una storia d'amore e di magia, in difesa dell'onore, nel disprezzo del tradimento, che esalta il sentimento dell'amicizia, con duelli e sanguinose battaglie, dove la morte genera la speranza di un mondo migliore. Yulia, la moglie di Ianus, sarà in grado di proteggere il piccolo Callixtus? La fidata e possente leonessa Elsa, riuscirà a sconfiggere il male? Un terzo contendente interverrà per sconvolgere qualsiasi positiva intenzione: un cavaliere oscuro, tanto misterioso quanto violento.
Ancora parole per sviscerare quello che l'anima non riesce a trattenere, per porsi domande, per cercare risposte che nessuno sa darle e lo sguardo lascia l'introspezione della mente, vaga nei ricordi, come una moviola, al rallentatore, perdendosi nell'Infinito immaginario per ritornare - se possibile - ancora più confuso, iniziando un nuovo percorso, all'Infinito. Questo è Kanénas: "Un niente che diventa tutto, che torna ad essere niente."
Ragù è un cane da caccia, da anni vive con i suoi fratelli sotto il comando di due cacciatori, costretto, suo malgrado, a fare tutto quello che gli ordinano. Ma é sempre più convinto di vivere una realtà che non gli appartiene: dare la caccia ai suoi "simili" non è lo scopo della sua vita. Una voce misteriosa e un amico fedele riusciranno a fargli riscoprire i valori dell'amore e dell'amicizia. Più che un racconto, questo libro vuole essere una denuncia al maltrattamento verso gli animali in tutte le sue sfaccettature, ma allo stesso tempo é una visione utopistica di come tutti noi amanti degli amici a quattro zampe, amiamo immaginare come sarà la loro vita una volta attraversato il ponte dell'arcobaleno.
Vi siete mai sentiti divisi in due? In quel modo che non ti permette di coordinare tutte e due le gambe per poter svolgere una semplice azione o nemmeno per alzarti dal letto? Io sì. Così, ho dovuto imparare a scrivere per potermi alzare ogni mattina. Ho imparato a scrivere per poter affermare che quel mio sentire era, ed è, Vero e anche Vivo e - soprattutto - fa quel che vuole. Ho imparato a scrivere per poterlo domare e togliergli quelle sue vesti surreali e metterlo qui tra di noi, tra terra e cielo. Questo libro ne contiene un pezzettino. C.M.
Quest'opera vuole essere un omaggio ai tanti affetti della vita dell'autrice e alla vita stessa, fonte di ispirazione primaria delle sue poesie. Una carrellata di personaggi e di situazioni che lei sa descrivere con penna carica di sottile ironia e di sensibilità. L'opera si divide in tre parti: Ritratti, un inno all'amicizia; Vita vissuta, l'album dei ricordi; Lockdown, lo specchio del presente. Ma vuole anche essere un omaggio a se stessa, per esorcizzare un momento buio, e testimoniare che c’è sempre un’occasione per regalare un sorriso.
"Il mio piccolo infinito" è una raccolta di poesie, pensieri e citazioni che raccontano le emozioni più profonde. Felicità, tristezza, amore e tanto altro racchiusi in un solo abbraccio. Il tema fondamentale è: affrontarli. L'autrice vuole immedesimarsi nel lettore e aiutarlo a capire che tutti affrontano problemi, ma che insieme, con un piccolo sorriso e tanti attimi infiniti, si possono superare.
“900 Grammi” è la dimostrazione di come la perseveranza e la tenacia diano buoni frutti, risultati ed epiloghi inaspettati, oltre che insperati. Narra di come i giovani genitori dell'autrice abbiano saputo affrontare la sua nascita prematura, con le annesse complicazioni, senza preavviso o un manuale d’istruzioni. Narra dell’Amore verso la loro creatura e la certezza di farcela, nonostante le poche speranze ricevute dai medici. L'autrice racconta della sua crescita, anche interiore, della pre-adolescenza un po’ grigia, dei mille ostacoli incontrati e della sua rinascita finale.
In questo romanzo il lettore si troverà a condividere con i protagonisti quello che è il classico intrigo all'interno di un ambiente ridotto e l'autrice è maestra nel ricostruire le atmosfere di una casa di campagna dove un gruppo di vecchi compagni di scuola si ritrova per una non ben chiara rimpatriata. Infatti l'atmosfera è tesa, irreale, menzognera, e ognuno di loro percepisce nell'altro la finzione. "...Laura, tutto ruota intorno a Laura..." Il pettegolezzo diventa intrigo e si materializza, diventa angoscia, facendo uscire domande fino ad allora senza risposta. Tutti hanno qualcosa da nascondere, ma le verità, alla fine, verranno svelate.
L'autrice si propone di aiutare tutte le madri che hanno affrontato la tragedia di perdere il figlio nel giorno del parto. La sua è una testimonianza diretta, un'esperienza che le ha fatto provare, oltre al dolore immenso di perdere il suo Angelo, la sensazione d'essere sola, senza nessuno che potesse starle accanto, aiutarla ad andare avanti, e soprattutto ad avere una speranza. Tutto questo accade a troppe donne e troppo poco se ne parla. Serena ha deciso di aprirsi, senza filtri, con la volontà di affermare che, con il giusto tempo, la rinascita arriva. Non é un libro psicologico, bensì la presenza di un'amica che vuole parlare empaticamente della propria esperienza e accompagnare per mano chi si trovasse ad affrontare la sua stessa durissima prova.
“Penna e sangue” è una narrazione introspettiva psicologica della vita di una donna nella Sicilia tra gli anni Novanta e i nostri giorni, in un quartiere intriso di storia e di ricordi. “...una vita passata tra il ricamo e lo spazio angusto della cucina nella quale si ritrovava con il grembiule lacero per almeno quattro ore al giorno, le petulanze dei bambini e i silenzi del marito, passata nella quiete dei sensi e nella triste sicurezza che niente per lei sarebbe cambiato”. Da un incontro, una parola, si dipana il racconto in cui la memoria si confonde con il sogno, i pensieri dei monologhi diventano canzoni del passato, i discorsi incarnano dissidi interiori e le banalità prendono la forma di elementi materiali: mattoni, pilastri, elastici. Il susseguirsi delle storie e dei personaggi avviene in un luogo mentale e intimo, la casa, il tempo è circolare come una tazza da caffè, viene scandito e definito da indicazioni agogiche corrispondenti alle emozioni della protagonista. In lei, l’intreccio di questi fattori costruisce la consapevolezza del sé e consente al lettore di avviare o approfondire un’auto-indagine sul non significato della vita attraverso i nessi, causali e non, delle alterne connessioni (corpo, anima, mente), manifestandosi nel finale ridicolo/grottesco.
A quasi due anni dall'indipendenza dell'ottantunesimo distretto, Daniel Comaschi e i suoi amici si trovano ad affrontare problematiche complesse e verità scomode: la realtà come la conosciamo sta cambiando. Nuovi, inquietanti poteri sorgono dalle ceneri delle vecchie coalizioni mondiali imponendosi con la forza. La scarsità di risorse e la comparsa di razziatori e predoni spingeranno al limite la stabilità della neo proclamata Broken Bridge, aggiungendo una nuova sfida per la milizia degli Immuni. Ma ci sono segreti che nemmeno Comaschi può permettersi di lasciar trapelare...
Questo audace pamphlet si presenta con cautela come un'utopia. Ma capita che l'utopia si riveli in verità una speranza o addirittura un invito a un progetto. Di fronte all'inarrestabile cammino della civiltà consumistica occidentale, verso una minacciosa autoestinzione dell'habitat terrestre, questo libro è anche un grido di allarme e di incitazione alla salvezza. L'autore manifesta speranza e fiducia nelle donne che, fin dagli albori, erano state matriarche: riprendano la loro innata, genetica, fisiologica (ed endocrina), funzione di regine del mondo. Durante epocali primordi erano state garanti e fattrici della vita stessa, quasi fontane riversanti a pioggia amore ai figli, alle collettività e all'altro sesso, quando vigeva il dono, e non il mercato. Il potere maschile del possesso produttivo "patriarcale", ha sottomesso i popoli, la natura, e anche le donne, addirittura appropriandosene. Quel potere schiavistico, feudale, capitalistico, antisociale, ha provocato, in una decina di migliaia di anni, oppressioni e stermini, e nella nostra ormai infestante specie suicida, definita Sapiens Sapiens, ha brutalmente sottomesso, sminuito e umiliato le donne. In conseguenza anche i loro neonati (quindi tutti), fino alla attuale generalizzata paranoia e alla divisione schizoide della ragione umana.